Sviluppo del chakra della corona (mille petali)
Eccoci dunque all’ultimo chakra, il chakra della corona, quello che più di tutti gli altri vi ha spinto e vi spinge a venire a leggere questi o altri articoli riguardo l’energia e le sue espressioni. Questo è il chakra della conoscenza, della visione universale, la coniugazione fra noi ed un sistema più grande nella quale esprimiamo il nostro essere.
Il chakra della corona inizia il suo sviluppo in età adulta, quando gli istinti smettono di avere il completo dominio nel corpo, le emozioni e sentimenti sono ben radicate e il nostro ego non ha più bisogno di dimostrare in quanto ha raggiunto una stabilità di fondo.
La conoscenza e il bisogno di conoscere sono il frutto dei precedenti chakra che stimolano una presa di coscienza maggiore. Attraverso essi andiamo cercando il nostro posto nell’Universo al fine di alimentare un nuovo ciclo di sviluppo che ci permetta di progredire nella strada che abbiamo intrapreso. In questa fase scopriamo di non essere solo il corpo che vediamo riflesso in uno specchio e quindi di poter intervenire su di esso come fossimo medici di noi stessi, percepiamo che esiste un mondo fuori da noi in cui possiamo muoverci per capirci meglio e assorbire nuovi concetti che formeranno la nostra personalità.
Il chakra della corona è il chakra che ci permetterà di completare il collegamento fra terra e cielo e figurativamente parlando quello che permetterà che la corrente ascensionale (1° chakra verso 7° chakra) e discensionale (7° chakra verso 1° chakra) possano finalmente completarsi a vicenda.
Da poco prima della nascita abbiamo infatti assistito a una predominanza della corrente ascensionale dove i bisogni più materiali e istintivi dei primi chakra hanno spinto via via verso i chakra superiori per formare il nostro essere interiore. Abbiamo dunque passato la fase della presa di coscienza del nostro corpo (1° chakra), delle nostre emozioni (2° chakra), del nostro ego (3° chakra) per poi cominciare a rivolgersi verso il mondo esterno prendendo contatto con il chakra del cuore (4° chakra) per poi passare alla nostra realizzazione più astratta grazie all’espressione della comunicazione (5° chakra), della nostra visione del mondo (6° chakra) e infine eccoci arrivati al bisogno di realizzarci tramite la conoscenza (7° chakra) stimolata dal chakra delle radici.
Qui il percorso può invertirsi affinché la nuova conoscenza possa integrare i chakra inferiori. La conoscenza infatti ci permetterà di ampliare quella che è la nostra visione del mondo, il nostro modo di comunicare, di prendere coscienza dell’amore inteso come globalità delle relazioni, sia verso noi stessi che verso gli altri, produrrà dunque modifiche a ciò che riteniamo utile al sostentamento del nostro ego, ci racconterà quello che desideriamo davvero e infine ci darà la fiducia nella nostra vita fisica.
Nella corrente discensionale sarà il nostro pensiero a creare ciò che siamo. Per questo motivo il demone di questo chakra è “l’attaccamento”.
Perché l’attaccamento?
L’attaccamento è quella condizione che rende difficile il cambiamento bloccando così la crescita ed espansione del nostro IO.
È sicuramente il demone più presente nella nostra vita da adulti dove tendiamo a consolidare i rapporti, le abitudini, guardando alla novità con diffidenza. L’attaccamento è anche quello che ci preclude l’idea di poter essere qualcosa che vada oltre le nostre credenze. Se il nostro pensiero è convinto che il mondo, la vita e l’Universo stesso sia qualcosa che funziona in una determinata maniera, sarà impossibile per noi andare oltre. Lo scienziato ad esempio è colui che riesce, nonostante l’attaccamento alla sua conoscenza, a superare quel limite autoimposto che si è creato nel tempo immaginando l’impossibile per verificare che lo sia veramente. Compie dunque quel passo che sfida il demone del chakra della corona per spingersi oltre.
L’evoluzione è in questo chakra che poggia le sorti del suo destino. Conoscere sortisce un doppio effetto: da un lato ci fa crescere personalmente, dall’altro ci specializza rischiando di farci perdere la visione globale.
Sta a noi scegliere quanto ci può condizionare, in positivo o in negativo, la nostra sapienza. Sta dunque a noi gestire il demone dell’attaccamento in quanto non può essere mai eliminato completamente.
Sul chakra della corona inficia dunque la nostra costruzione logica e illogica, la nostra volontà nel definire la realtà e ovviamente le nostre credenze religiose.
Su quest’ultima affermazione, concludo con una mia visione personale: “Grazie al chakra della corona, potremmo perfino capire che Dio non esiste al di fuori di noi, perché non c’è un lui oltre noi, ma un noi che si rifiuta di essere lui!”
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Riguardo l’ultima affermazione sono del tutto in disaccordo in quanto Il tutto esterno a noi inizia ad essere in sintonia con l’io più profondo è qui che si ha chiaro che il 3 è 1 e l’1 è il 3 cioè Dio il tutto!
Salve William, concordo con il suo commento senza però negare quanto affermo. Ciò che lei dice infatti è vero, ma il problema o meglio la differenza tra i nostri due interventi, è cosa si intende per Dio o come lo si vede. Anche per me Dio è il tutto, l’insieme, e ciò significa che ognuno di noi è Dio. Affermando “non c’è un Lui oltre noi”, intendo che non esiste un Dio, antropomorfo o meno, che vive al di fuori da noi stessi, perché noi stessi costituiamo lui (responsabilità che rifiutiamo). Ovviamente lo costituiamo insieme a tutti gli altri esseri viventi, la natura che ci circonda in tutte le su sfaccettature e per l’appunto “il tutto”. Spero anche se in poche righe di essere riuscito a spiegarmi.
Un caro saluto
Giovanni Amerighi
ciao Giovanni, bellissimo articolo. Grazie Anna