Ho scritto questa riflessione in seguito ad una domanda che mi è stata posta: perché sempre più spesso la paura ci preclude di fare la scelta migliore o la scelta che vorremmo davvero fare?

Per rispondere ho ritenuto giusto partire da una caratteristica intrinseca che contraddistingue la vita dell’essere umano: la dualità.

La dualità si può definire come la condizione di ciò che è composto da due elementi o principi e, sappiamo ormai bene che la nostra percezione della vita è un continuo susseguirsi di elementi che, a secondo del punto di vista dell’osservatore e, in questo caso giudicante, può assumere un VALORE positivo o negativo.

Tale affermazione dovrebbe subito farci porre una riflessione: se noi siamo gli osservatori, i giudici, saremo noi stessi a decidere quale valore debba avere un determinato elemento o accadimento.

E’ dunque nostro dovere assumerci la responsabilità delle decisioni e delle conclusioni che trarremo e comprendere che esse sono e saranno punti di riferimento che costruiscono il nostro modo di guardare le dinamiche della vita.

Quanto detto mette in risalto un primo elemento da affrontare che nell’essere umano è spesso percepito come un ostacolo, ovvero la presa di responsabilità. La responsabilità infatti viene troppo spesso vista con diffidenza in quanto crediamo che essa sia motivo di ulteriori difficoltà da gestire o doveri da sobbarcarsi. In realtà, come mi piace sempre dire, la responsabilità non è un peso da sostenere, ma la conferma del raggiungimento di nuovi obiettivi, in quanto ci permette di crescere sia psicologicamente che spiritualmente. È tramite la responsabilità che ci accorgiamo di aver compiuto ulteriori passi in avanti nel nostro divenire permettendoci di proseguire nella magnifica esperienza della vita.

Ecco dunque che siamo giunti a un secondo elemento utile da comprendere per proseguire nel nostro cammino: l’esperienza. L’esperienza è in sintesi il prendere contatto con la realtà ed estrapolarne il valore. L’esperienza non deve essere confusa con l’esistenza, in quanto non è ciò che ci accade a costruire la nostra identità, ma ciò che noi traiamo da ciò che ci è accaduto. Compiere uno sbaglio o anche vincere ad esempio, non ci rende sbagliati o vincitori, solo più consapevoli di noi stessi.

La dualità è dunque come una bussola che ci mette nella condizione di scegliere da quale parte vogliamo guardare o andare per compiere l’esperienza ed essa, è il risultato delle nostre decisioni.

Per fare la scelta migliore è dunque necessario farsi carico delle nostre responsabilità e decidere di trarre il meglio possibile da quanto la vita ci mette di fronte in modo da poter agire verso la direzione desiderata piuttosto che restare fermi, condizione quest’ultima totalmente innaturale nell’Universo conosciuto.

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Ma cosa è che ci ferma, che ci impedisce di volare ovvero di scegliere la passività piuttosto che la mobilità?

La risposta è quella prima emozione negativa che già percepiamo al momento della nostra nascita: la paura.

Nella società odierna la paura ha ormai assunto un ruolo incredibilmente potente. Abbiamo paura di tutto, di innamorarci, di essere troppo felici, di essere ottimisti, dei giudizi, della responsabilità, abbiamo addirittura paura di noi stessi e delle nostre emozioni o sentimenti. Abbiamo deciso che nella nostra bussola, la paura sia presente in ogni punto cardinale precludendoci dunque la possibilità di scegliere in totale libertà e accordo con il nostro essere.

Ecco quindi che dobbiamo riflettere bene sul concetto di paura, rendendoci conto che essa è sì una guida per evitare pericoli per la nostra esistenza fisica, psicologica e spirituale, ma è anche un opportunità che ci fa prendere contatto con il nostro IO e spronarci a decidere di non rimanere fermi. Quando avremo compreso che la paura non riflette noi, ma solo ciò che pensiamo di noi, potremo essere liberi di riappropriarci di quel dono che la vita ci ha messo a disposizione: la possibilità di scegliere!

 

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