Onnivori e vegetarianiOnnivori e vegetariani

Sapendo di mettermi in mezzo ad una piazza piena di sassi che potrebbero centrarmi, ho deciso di affrontare un argomento delicato in quanto molto spesso viene considerato provocatorio, personale e in molti casi scatena discussioni accesissime.

Premetto che il mio modo di approcciarmi alla questione non è da un punto di vista difensivo o accusatorio ma piuttosto riflessivo e la riflessione parte da un concetto elaborato con il crescere e studiando il mondo energetico.

Onnivori, vegetariani, vegani*, frugivori* (*differenti dal vegetariano) sono, a mio parere, tutti rispettabili e in primo luogo sono esseri che possiedono vita e la vita è quella su cui voglio concentrarmi per affrontare questo tema delicato.

Sedendomi a tavola in compagnia di altre persone, spesso ho assistito a discussioni infinite fra vegetariani contro onnivori che ordinavano una bistecca o discussioni sollevate da quest’ultimi per provocare il vegetariano (le più volte). Le versioni per sostenere la propria causa sono delle più disparate a seconda di chi le afferma.

Eccone alcune:

ONNIVORI:

  • La carne si mangia da sempre;
  • Abbiamo i denti per mangiare carne;
  • La carne contiene sostanze che non possono essere ignorate;
  • Se non mangiassi carne ci sarebbe comunque qualcun altro a farlo;
  • Anche altri animali mangiano carne… perché io non dovrei?
  • Gli onnivori hanno una dieta più equilibrata.
    …….

VEGETARIANI:

  • Amo troppo gli animali;
  • Non posso mangiare un amico;
  • Gli allevamenti animali intensivi sono indecenti;
  • L’uomo non è nato per mangiare carne ed ha i denti perché era frugivoro;
  • I vegetali a differenza degli animali non soffrono perché non hanno un sistema nervoso;
  • Gli onnivori sono assassini.
    …….

Ovviamente le motivazioni sono molte di più per ogni categoria e quelle sopra sono solo citazioni di alcune ma, anche elencandole tutte, nella maggior parte dei casi la riflessione non cambia se non in rari casi dove ho sentito pronunciare da ambedue le parti la frase “IO mi sento meglio così”.

Anche se quest’ultima affermazione non rientra nell’ambito della mia personale riflessione che affronterò fra poco, la frase “IO mi sento meglio così” la ritengo, se detta con cognizione di causa e non solo per chiudere un argomento, ineccepibile.

Il perché è presto detto. Essendo ognuno di noi un unità a sé stante ed essendo noi stessi artefici della nostra realtà, quello che rileviamo sia soddisfacente per noi… semplicemente lo è!

Detto questo comunque arrivo ad esprimere la mia opinione.

Il mio punto di vista

Quando ero bambino in casa mia avevamo due gatti. Sono stato abituato ed educato ad amare gli animali e certo loro, gli animali, hanno fatto di tutto per farsi amare da me. Crescendo con altri due fratelli, ogni tanto la mia casa è diventata uno zoo. Gatti, cane, coniglio, criceti, orsetti russi, pesci, tartarughe, pappagallini, canarini, bengalini. Pensate ad un animale “domestico” degli anni ‘80/’90 e nel 90% dei casi l’ho avuto. Unico divieto imposto da mia madre che ne aveva paura, i rettili. Insomma, vivendo con gli animali avevo sviluppato verso di loro un senso di assoluto rispetto e li consideravo e considero tutt’ora miei pari. Essendo bambino però ancora non avevo associato loro al cibo perché certamente non mi veniva servito cane, gatto o via dicendo nel piatto. Pesci e conigli sì, ma diciamo che non li correlavo ai miei.

Mia madre amava le piante. Mi ricordo che ogni sera mi divertivo ad aiutarla a innaffiarle. Lei non si limitava a dargli l’acqua. Lei gli parlava. Non capendo, a volte gli domandavo perché gli parlasse, in fondo non otteneva mai risposta. Lei mi diceva “il fatto che non rispondano non significa che non mi sentano. Guarda come crescono e quanti butti generano… questo è il loro modo di rispondermi”.

Lo ammetto. Ad oggi non sono un cultore delle piante ne tanto meno mi viene a mente di comprarne se non per regalarle anche se mi piace vederle.

Tornando a noi, via via che crescevo ho continuato a mangiare carne e verdura e verso i 6/7 anni avevo cominciato a seguire il mio primo programma culturale: Quark. Intendiamoci, guardavo gli animali, i vegetali e ancora non capivo certo tutto quello che veniva detto. Sono passati gli anni e sono seguiti altri programmi fino ad arrivare ai canali tematici. Non so quando, dove e perché, ma una cosa che mi è rimasta impressa anche se può sembrare banale, è che a un certo punto il mio cervello fece un’associazione di idee. Il mondo animale e vegetale avevano una cosa in comune: nascevano e morivano, quindi vivevano, esattamente come me.

Da allora, e chi mi conosce ne è testimone, ho smesso di schiacciare anche gli insetti a meno che non mi sia impossibile evitarlo. Ma ancora non avevo cominciato a studiare l’energia e il mondo energetico e quello che facevo lo facevo per una visione personale.

Ecco dunque che arrivano i primi studi energetici, i primi concetti da interiorizzare, le prime elaborazioni ed elucubrazioni. Cosa è l’energia, come si comporta, i vasi e meridiani energetici, i chakra, i nuclei, i livelli, insomma, la costruzione del campo energetico umano e le relazioni con il mondo animale e vegetale (anche se l’uomo fa comunque parte a tutti gli effetti del mondo animale). Analizzando e studiando questo campo energetico nascevano i perché, i come, i quando.

La vita può essere un concetto sociale?

Facciamola breve: a un certo punto del mio cammino, la differenziazione energetica non è più stata fra il mondo animale e il mondo vegetale ma fra ciò che ha vita e ciò che non la possiede.

La priorità a questo punto, non è più cosa ci differenzia ma cosa ci accomuna. La vita non può essere categorizzata. Non esiste una vita di serie A ed una di serie B ma esiste solo ed esclusivamente la vita.

E c’è dell’altro! Osservando il mondo vivente, ci si accorge che ciò che ha vita si nutre sempre ed esclusivamente di ciò che ne ha avuta. Non si può mangiare un sasso, un bicchiere, una bottiglia in quanto in essi non è scorsa la vita e non contiene quell’energia specifica della vita stessa che può nutrire la nostra. Siamo condannati a mangiarci fra esseri viventi per continuare a vivere.

Qui entra in gioco la filosofia personale ma attenzione, è filosofia personale, non uno stato di fatto. L’unico dato di fatto, è che il boccone di qualsiasi genere che stiamo mettendo in bocca, aveva vita e adesso non ne ha più. Onnivori o vegetariani in questo caso non fanno differenza.

Si potrebbe obiettare che non tutto ciò che mangiamo ha ucciso il produttore del boccone, tipo mangiando una mela, non ho ucciso l’albero o mangiando qualche foglia non ho ucciso la pianta intera.

Vero, con un però… facciamoci qualche domanda:

  • Che cosa è un frutto? Nasce per essere mangiato o per fornire nutrimento e mezzo di diffusione per il seme che contiene? Cosa facciamo ad esempio con un torsolo di mela? Lo buttiamo o proviamo a piantare i semi?
  • Le piante in genere nascono per essere mangiate o per riprodursi secondo il loro ciclo vitale?
  • Il coniglio nasce perché è buono alla cacciatora o per riprodursi e prosperare?

Tutto ciò che ha vita non nasce per essere mangiato da qualcun altro (a meno che non faccia parte del suo ciclo vitale) ma con lo scopo di vivere la sua vita riproducendosi. Che sia una pianta, un animale o altro, il dato di fatto rimane invariato: mangiamo ciò che vive e vita è vita a prescindere da chi appartenga!

Possiamo combattere gli allevamenti intensivi per le crudeltà a cui sottopongono gli animali destinati al macello come peraltro dovremmo fare nei confronti delle colture temporanee destinate alla tavola. Questo però è un problema sociale. A mio parere, per ritornare al tema principale, il problema non sta tanto in cosa si mangia, perché come detto è inevitabile che qualcosa muoia, ma nel rispetto che abbiamo dato o diamo alla sua vita.

Mangiare significa decretare la fine di una VITA. A chi o cosa poco importa, perché la vita va oltre i nostri concetti razionali e quando questa viene tolta, regno animale o vegetale che sia, un essere vivente ha cessato di “essere”.






Inserisci i dati e ricevi subito il primo capitolo gratuito “Definizione di IO” del libro di

ANATOMIA ENERGETICA

Nome Completo

Email *