energiaPremessa: dopo la pubblicazione dell’articolo Pranoterapia o Reiki? Analogie e differenze, ho ricevuto e letto molti riscontri fra i quali mi si voleva far notare l’assenza, in detto articolo, di citazioni di altre pratiche quale il Pranic Healing, il Theta Healing, Shiatsu, Matrix2point etc etc…

Già dalla lista qua sopra si può capire il perché, in quanto scrivere un articolo dove convogliare tutte i trattamenti energetici equivarrebbe a scrivere un libro, senza contare che dopo 100 righe (ottimista?) il 90% dei lettori sarebbero già fuggiti a gambe levate con il risultato di non aver dato alcuna informazione.

Aggiungo altresì che lo scopo di quell’articolo era ben altro che scatenare una competizione fra pratiche come fra l’altro specificato nell’articolo stesso.

Premesso dunque questo, ho deciso di scrivere il mio pensiero a riguardo di tutte le pratiche energetiche. Vorrei, se possibile, parlarti dal mio punto di vista personale facendoti conoscere qualcosa di me riguardo queste pratiche o meglio ancora, a come io mi approccio al mondo energetico.

L’energia è classificabile?

Partendo dal concetto che non sono portatore di verità assoluta, come nessuno del resto, sono fermamente convinto che l’energia, essendo alla base del tutto, non possa essere MAI e sottolineo MAI limitata o schematizzata. Inizio con un concetto complesso. Nella mia idea di energia, non si può pensare di differenziare l’energia Cosmica o Universale da un energia personale in quanto, quando lo facciamo, stiamo solo classificando l’energia in base a uno schema che non esiste se non nella nostra interpretazione e classificazione personale per distinguere ciò che ci appartiene e cosa no. L’energia di cui parlo, è quel minimo comune denominatore presente in ogni particella che compone l’Universo, la materia e l’astratto, il corpo ed il pensiero, la stella e il pianeta e così via. È il mattone in sé e per sé, non il mattone che compone il muretto davanti casa o quello che compone la camera da letto. Il mattone può essere utilizzato in milioni di modi diversi, impiegato in miliardi di costruzioni diverse, diviso, rotto e chi più ne ha più ne metta ma sempre del mattone principale si sta parlando.

Pensare di classificare l’energia di base, se non per costruire un processo logico o magari inventarsi una nuova tecnica, è come pretendere di classificare la solita acqua in base all’utilizzo che ne facciamo. Acqua è e acqua rimane! Questo è anche il motivo per cui sono e resto sempre neutrale rispetto alle varie tecniche in quanto ritengo che l’utilizzo da parte nostra in qualsiasi modo dell’energia, non dipende dall’energia stessa ma da come ci predisponiamo a essa. Pranoterapia, Reiki, Theta Healing, Pranic Healing, Shiatsu, Watsu, Matrix, Yoga, terapie essene, terapie egiziane, riti sciamanici ecc… sono metodi che utilizzano la solita energia per arrivare ad un risultato: il benessere psicofisico dell’essere vivente e ognuna di queste è frutto dello studio, l’elaborazione e il pensiero dell’uomo. Per ottenere questo c’è chi dice che utilizza la propria energia, chi è solo un canale, chi si affida all’amore incondizionato, chi utilizza onde quantistiche, chi riesce a riallinearsi grazie alle onde theta del cervello, chi utilizza meditazioni particolari ecc…

L’unica classificazione che possiamo fare di queste tecniche non è quale rientri fra le migliori o le peggiori ma nel caso quelle che si possono fare a soggetti terzi e quelle che servono solo per noi stessi. Possiamo poi classificare, soggettivamente, quale siano migliori in relazione a NOI, non fra di loro. Non dimentichiamoci che ognuno di noi è un essere a sé stante con le sue esperienze, le sue strutture mentali, i suoi condizionamenti e ogni tentativo di globalizzare l’essere vivente è destinato a fallire. Si può globalizzare la lingua, la moneta, non l’essere.

Nel mondo energetico, quello che possiamo fare è esplorare quante più tecniche possiamo ponendosi il più possibile in una condizione neutrale senza alcun pregiudizio per cercare di carpirne spunti di riflessione, aspetti in comune con le proprie conoscenze per rafforzare sé stessi. Quello che poi riterremo migliore sarà il nostro punto di vista, non la verità assoluta. A chi pensa questo, ovvero di detenere la verità, consiglio sempre di chiedere se si è liberato qualche posto fra gli dei, perché qui sulla terra non siamo abituati a circolare insieme a un Dio, a salutarlo o a credere che lo si possa essere, preferiamo venerarlo.

Annunci di assunzione improbabili a parte, voglio ricordare una leggenda indù sulla Kundalini, l’energia divina che risiede nel corpo raffigurata da un serpente: La storia narra che un tempo tutti gli uomini erano dei. In seguito ad abuso di questa potente condizione, Bhrama, uno dei tre aspetti del creatore, decise di privarli del loro potere divino. Radunò quindi gli dei superiori per decidere dove nascondere questa divinità. Qualcuno suggerì: mettiamola negli abissi degli oceani ma Bhrama replicò che l’uomo, prima o poi, avrebbe scandagliato tutte le profondità riportandola in superficie. Si suggerì allora di nasconderla nelle cavità della terra ma anche qui si ritenne che prima o poi l’uomo l’avrebbe trovata. A questo punto Bhrama prese una decisione. La nascose dunque un pezzetto ognuno nel profondo dell’uomo, perché a esso non sarebbe mai venuto a mente di cercarla nel suo IO.

Questa storia dovrebbe far riflettere. Io credo fra l’altro che classificare come meglio o peggio qualsiasi cosa è “corretto” per noi stessi ma quando pretendiamo che il resto delle persone sia allineato al nostro credo, in realtà limitiamo sia noi stessi sia gli altri nella ricerca della propria divinità. Stiamo facendo esattamente il gioco di Bhrama. Ognuno ha il suo percorso e il nostro dovere è quello di indicare le vie, non di limitarle. Per arrivare sulla cima dell’Everest io ho bisogno di un elicottero, altri sanno arrivarci a piedi.

Come ho asserito in un altro articolo, ritengo che non esiste una strada per la libertà, esiste la libertà di sceglierci la strada!

Tornando al discorso energia, come ho già detto ritengo che sia alla base del tutto e il tutto comprende i due aspetti della dualità. Energeticamente parlando, non esiste bene o male, meglio o peggio, bello e brutto e così via. Questi sono solo aspetti che NOI creiamo per orientarci, per discernere una condizione da un’altra o per riconoscere ciò che stiamo osservando. L’idea che ci facciamo in base a questi criteri poi, non rappresenta la realtà, rappresenta solo la NOSTRA realtà. Questo concetto è ben espresso dalla filosofia del Tao. Ci vogliono tre elementi contemporaneamente perché qualcosa o qualcuno prenda vita e allo stesso modo ad esempio, ci vogliono tre condizioni per creare un idea. Discernere fra due aspetti contrapposti (due elementi) e formulare l’idea grazie alla nostra interpretazione (un elemento). Solo adesso, con l’unione dei tre elementi (due aspetti + interpretazione) abbiamo dato vita all’idea. Fin quando non inseriamo la nostra interpretazione dando vita alla nostra realtà, i due aspetti continuano a coesistere e in realtà continuano a coesistere anche dopo. Noi abbiamo solo scelto come utilizzarli. Non a caso poi, in ogni tipo di meditazione, nello Yoga, nelle visioni spirituali e perfino nelle religioni il tutto gira sempre intorno alla volontà di ricongiungerci con il divino. Ognuno poi quel divino lo vede come preferisce.

Se a me viene chiesto di cosa intendo per Dio, per Universo, per vita, utilizzerò sempre l’energia come base della mia spiegazione perché essa è il tutto e anche se banale, il tutto… comprende tutto!






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ANATOMIA ENERGETICA

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